da Monte Cavo, Roma, Edizione del Giano, 1993
Il malinconico giorno dei malinconici
nostri ritorni
forse non esiste
ma le stazioni appena un soffio
stravagate
lentamente si sfanno
e annotta il rosso come un melograno
sulle mie mostrine
*
Anche gli stormi hanno lasciato
il gomito gentile che la Mosa
disegna al ponte privo di bandiere
Gli stormi un po’ inquietanti che vedevi
ancor ieri tornando
con me dentro una sera tutta nostra
e pungente, anche gli stormi
*
da L’invocazione del cammello, Amadeus, Altivole 1998
Il gelo s’è posato bel vessillo
che un alfiere a me ignoto
ora ripiega. Il gelo
il chiaro volto che filtrava
nella tua camera dormiente
nel dubitoso nido a declinare
la trama avvinta delle mani
*
Così come si spinge un’onda
dopo l’altra e mi sembra
di una generazione la consunta
immagine e si parte
presto, troppo presto
Talvolta resta il guscio
sulla riva e l’incerta
musica del ricordare
*
HORTILLONAGES
L’equilibrio era incerto sulla prua
pencolati, trapunti in seno all’alea
d’un motore a sussurro:
era l’orgoglio
dell’Elettricità di Francia che un salace
Maupassant favolava a una gitante
dell’Oise impensierita
Meriggio della vita che screziava
nelle tinte più inquiete tra le fronde
immote su quel corso
che pareva non era d’acquamorta
*
Saperti ora fra le ombre degli Inglesi
romantici e di Gramsci
tra i neri pini e l’azzurrato
marmo
Che delitto è la pace
Dario e che mistero
sale dai gatti
delle rovine alle più chiare
stelle
Ne brucia alta sui colli, sussurrata
come tante una sera di cui è sempre
gravida Roma, città
ladra di una vita intera