
Leo Putz, Ritratto di donna, 1910 circa, Ketterer Kunst, Monaco
POESIE
Diario della memoria felice (Arte Tipografica, Napoli 1982)
1
Alle soglie delle sere
d’estate la memoria
è un sfacelo di suoni, di colori, e tutto
si fa torbido e confuso.
2
Nella casa della fantasia
non sei stata felice,
anima mia.
Nella casa della ricchezza,
quanta gioia ai tuoi occhi,
quanta allegrezza.
3
E nella sera che crolla
vanno le ragazze marine
con le collane
dell’estate al collo.
4
… e l’uccello che va per il mare
nell’oro dell’ultimo sole…
5
Il trenino che mi fischia
nella testa
è quello
che tu disegnavi:
è il trenino della festa.
6
Mi vidi ardere
d’intorno il pomeriggio,
fra ragazze straniere
in allegria. Poi l’ora declinò,
e fu la sera
con il suo sguardo stanco.
A Paestum si tinsero
di rosa le colonne,
alti vennero i corvi,
archeologia del cielo.
7
Tra poco sarà l’alba,
come dice Omero,
dalle dita di rosa.
Andiamo, bruciamo
un altro giorno, di nuovo
è tempo di morire.
8
Girandomi, vidi le ragazze
arse di luce venire su
per il sentiero al sole.
Lontano, da qualche parte,
c’era il mare, così azzurro
e intenso da star male.
9
Dalle tasche del bimbo
che riposa sbuca
la primavera.
Si fa più acuto
l’odore d’una rosa.
10
Ed ecco l’alba
sollevarsi lungo
azzurri cammini
e la notte cedere
a una dolce agonia
con la sua corte
di lune e di stelle.
Di Rimbaud, di te, e d’altre cose (Gallipoli, Nuovi orientamenti oggi, Napoli MCMLXXXVIII)
RIMBAUD
L’uomo dalle suole di vento
scava stanotte un terribile tunnel
nel ghiaccio delle Alpi e cela versi,
iberna deliri, perché l’Africa,
in agguato in fondo al suo destino,
non ne faccia domani carne sfatta,
acqua torbida e molliccia.
L’uomo dalle suole di vento
che m’inchioda stanotte al suo delirio,
alla croce riarsa dei suoi versi.