PER MASSIMILIANO MANDORLO DI MARCO VITALE
Nell’accingermi a scrivere sulla poesia di Massimiliano Mandorlo sono preso come da un senso di soggezione. La voce di questo giovane poeta è sicura, la sua ricerca è sorretta da un’ambizione che lo porta a non sottrarsi ai temi decisivi della vita, la sua scrittura ha probità e potenza. Mi aveva incantato un suo libretto di prose uscito in edizione d’arte nel Canton Ticino pochi anni or sono: un viaggio tra le nebbie fino alla pace di un monastero benedettino, posto tra le acque e i filari della Bassa lombarda. Un paesaggio segnato dal lavoro secolare di generazioni di monaci, di agrimensori, di braccia, che nella sua scabra santità non può non richiamare alla mente tante pagine di don Cesare Angelini.